Fare rete dentro il nidoLa rete virtuale nella vita reale della coordinatrice
di Maria Tonolli
La coordinatrice interna si muove tra un territorio rassicurante e protetto, rappresentato dal servizio in cui è inserita, all’interno del quale i ruoli sono chiari, gli attori sono numericamente ridotti, il setting è definito; e territori poco conosciuti e mutevoli come l’azienda sanitaria, le associazioni, il mondo delle imprese, le realtà territoriali, le amministrazioni e la cooperativa stessa. La coordinatrice deve quindi alternare comportamenti di guida a comportamenti di collaborazione e sostegno.
Ma qual è il ruolo effettivo all’interno della cooperativa Proges Trento?Se ci fosse la possibilità di entrare nella mente di una coordinatrice interna di Pro.Ges. Trento, ci si troverebbe impigliati fin da subito in una fitta rete. Quella rete inizialmente disorienta, confonde, fa paura. Solo con uno sguardo più attento si capisce che non è una rete che intrappola, ma una rete che sostiene, una risorsa preziosa, forse proprio la risorsa necessaria e fondamentale per la cooperativa stessa. Ogni nodo è un elemento cruciale del lavoro, è una educatrice o un’ausiliaria, è un esperto da chiamare o un professionista con cui si deve prendere un appuntamento, è un evento da organizzare oppure un incontro con i servizi sociali, è il legame con la direzione e allo stesso tempo con il gruppo di lavoro. La rete supporta ogni elemento e la coordinatrice impara col tempo ad avere a mente ogni singolarità che caratterizza il servizio in cui è inserita. Per riuscire ad avere un ordine laddove ci sono tanti elementi da avere in testa, la coordinatrice dispone di una serie di strumenti che la aiutano a districarsi. Di fondamentale importanza sono le equipe con il gruppo di lavoro, ma anche quelle con la coordinatrice pedagogica con cui si affrontano maggiormente i temi educativi e pedagogici. Ogni quindici giorni le coordinatrici si ritrovano al tavolo di coordinamento, momento importante di confronto e discussione tra tutte le coordinatrici interne assieme alla direzione e alle pedagogiste. La formazione costante è un altro strumento di cui si dispone e che permette la continua crescita e il costante miglioramento.
Nonostante tutto ciò il pericolo maggiore per ogni coordinatrice è rappresentato dai possibili buchi nella rete: incomprensioni all’interno del gruppo di lavoro, difficoltà nel gestire i rapporti con le famiglie, fatica ad allacciare legami sul territorio con altre realtà vicine, disappunti con la direzione. Questi buchi sì che fanno paura. Basta che ce ne sia solo uno e tutto quello che si è costruito viene messo in discussione. Si sa che una rete fitta e salda permette di raccogliere un buon pescato. E il nostro pescato non è cosa da poco, si tratta del benessere: la rete che ogni coordinatrice ha in mente sorregge il benessere di ogni bambino e di ogni bambina che fa parte dei servizi.
Questa è la mission che guida la cooperativa e che permette di tenere e mantenere la rete salda tra i due territori in cui ci si muove, quello appunto interno e rassicurante del nido e quello esterno delle realtà che circondano ogni servizio.
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